– permesso?
– mm?
– buongiorno, io sarei qui…
– prego?
– no, dico, mi era stato detto alle nove…
– eh, sono le dieci e mezza! cosa vuole?
– sì, scusi sa, ieri ho fatto un po’ tardi con delle amiche, volevo salutarle prima di cominciare qui
– alla sua età? beato lei… ah, ma è qui per il servizio? è il suo primo giorno?
– sì esatto
– è sicuro che sia oggi? aspetti un attimo, mi faccia controllare sul registro… ah sì, eccola qui, metta una firma per favore, qui dove c’è la croce
– dove? qui?
– sì
– ecco
– mai che ce ne arrivasse uno giovane e in forma, con tutti i problemi che abbiamo qui… comunque se vuole lavorare e darci una mano deve essere puntuale la mattina, ha capito?
– guardi che io tutto vorrei tranne che lavorare qui, non ho mica scelto io di presentarmi, sa?
– mmm, cominciamo proprio con il piede giusto…. ha portato i documenti e i moduli firmati dal tribunale?
– dovrebbero averci pensato già i miei avvocati, sa, non sono molto pratico di queste cose e meno metto piede in tribunale meglio sto
– eh, capisco
– perché mi guarda così?
– non so, lei ha qualcosa di familiare… ci siamo già visti? è già stato nella nostra struttura?
– guardi, credo proprio di no, non è il tipo di “strutture” che sono solito frequentare
– avrei dovuto capirlo dal suo modo di vestire, guardi che dovrà adeguarsi, questo non è un club del bridge
– non si preoccupi, e poi conto di non restarci tanto a lungo
– lei dice? in realtà sulla sua scheda è scritto che dovrà venire a prestare servizio qui per tre mattine a settimana per i prossimi tre anni
– ma figuriamoci! quello è ciò che quei giudici criminali mi hanno imposto, ma sono sicuro che tra poco potrò tornare alla mia vita, sa, la mia famiglia è molto influente, tante persone hanno bisogno di me, i miei collaboratori mi tireranno fuori di qui in breve tempo, vedrà
– se lo dice lei… nel frattempo è meglio che si concentri su questa sua nuova occupazione, vede, la nostra struttura ospita pazienti molto particolari ed esigenti, sono tutte persone piuttosto anziane con disturbi più o meno forti di personalità, hanno bisogno di un’assistenza continua
– che tipo di assistenza?
– qualunque cosa, dal lavarli e pulirli a scrivere lettere ai parenti e far loro compagnia con storie divertenti e fantas-
– ecco, su quest’ultimo punto sono preparatissimo, magari potrei dedicarmi a questo, che ne pensa? si può fare?
– credo proprio di no, abbiamo già i nostri esperti, chi viene qui a prestare servizio deve cominciare da mansioni forse più umili, ma sicuramente più utili per i nostri ospiti, come aiutarli con i pasti e con l’igiene quotidiana
– mamma mia, dove sono capitato…
– prego?
– niente, niente, mi diceva dei vostri ospiti
– ora sono anche ospiti suoi, si rende conto?
– non tanto, sono abituato ad altri tipi di ospiti io…
– non la seguo, e francamente non credo mi interessi, piuttosto lei segua me, le faccio fare un giro della struttura, così conoscerà gli ospiti e soprattutto il personale, che le insegnerà le basi del mestiere e i segreti per avere un buon rapporto con i nostri amici
– quali amici?
– i nostri ospiti! ma è sicuro di essere pronto? i servizi sociali non sono uno scherzo, sa?
– ah be’, li preferisco comunque ai domiciliari, vede, con una famiglia come la mia è meglio girare al largo piuttosto che trovarsela sempre tra i piedi
– la sua deve essere un’esistenza ben triste, ma non me la sento di giudicare il suo passato, lei qui ha la possibilità di redimersi e di contribuire a rendere migliore la vita di tante persone, come probabilmente non ha fatto in passato
– …
– che c’è?
– no, è che negli ultimi anni me l’hanno detto in tanti, anche gente che credevo amica, e non pensavo di fare quest’effetto anche a lei
– mi dispiace, non volevo offenderla, venga, le faccio vedere innanzitutto la mensa, è ora di pranzo e i nostri ospiti stanno mangiando
– di già? ma non sono nemmeno le undici!
– i nostri sono orari molto rigidi, per questo le ricordavo di essere puntuale, non possiamo far aspettare i nostri ospiti, che meritano tutta l’assistenza e la disponibilità che possiamo dar loro, a cominciare da compiti fondamentali come aiutarli a mangiare e bere, vede, molti di loro viv… ma mi sta ascoltando?
– eh? ah sì, sì, la ascolto, però quella ospite là sembra molto interessante, non trova?
– lei è una nostra collaboratrice della mensa, non è un’ospite!
– peccato, ero ben disposto a dare a lei tutte le mie attenzioni
– ma cosa dice? ma mi prende in giro? guardi che questo è un posto serio, non siamo mica alle elementari!
– no, la prego, non mi parli di minorenni, che tocca un tasto dolente
– ogni frase che lei dice mi fa pensare che forse non è proprio tagliato per un servizio sociale come il nostro, e sarebbe meglio che contatti il tribunale di sorveglianza per segnalarlo
– no no, per carità, la seguo, la seguo
– mmm, ok, allora, ricominciamo: come vede, i nostri ospiti sono casi delicati, uomini e donne con disturbi molto diversi, c’è chi non è autosufficiente e ha bisogno di un’assistenza personalizzata 24 ore su 24, chi ha difficoltà di interazione e di comunicazione, chi invece per motivi vari non riconosce più la propria vita passata e ha preso tutt’altra piega
– in che senso?
– nel senso che ora crede di essere qualcun’altro
– pazzesco
– venga, le faccio qualche esempio, lo vede quel signore laggiù? era un bravo chirurgo, famoso in tutta italia, poi, improvvisamente, un intervento andato male, gli muore una giovane paziente sotto gli occhi e lui non si riprende più
– cribbio
– già, depressione, alcolismo, ora è talmente fuori di testa che crede di essere un generale dell’esercito napoleonico, lo vede come è vestito? come è impettito? e lo vede cosa ha sul tavolo? sono i suoi soldatini, le sue truppe, che lui ogni giorno dispone in modo diverso in vista di chissà quale battaglia contro la prussia
– poveretto
– no ma è una brava persona, sa, certo a volte è un po’ scontroso, ma basta non disturbarlo durante la preparazione delle sue strategie militari e avrà modo pure lei di scambiarci quattro chiacchiere
– ho capito
– e quella signora lì, quella con la parrucca bionda, la vede?
– o mio dio, sì che la vedo, ma come è ridotta?
– è convinta di essere una ballerina dei varietà anni ottanta, ha presente, tipo heather parisi o lorella cuccarini, e va sempre in giro con questa parrucca biondo platino un tantino esagerata, ma è una brava donna anche lei
– ci somiglia, in effetti
– certo, lei è convinta di lavorare per la televisione, però alla sua età è sempre fondamentale starle dietro, perché durante i suoi tentativi di ballo è caduta parecchie volte
– e quello? a proposito di tv anni ottanta, quello sa a chi somiglia?
– lo so bene, ed è forse la storia più particolare di tutto il nostro istituto
– perché?
– vede, è veramente lui
– no
– sì
– non ci credo
– glielo assicuro
– in effetti è da un po’ che non lo si vede in giro, è praticamente sparito, ma non pensavo che avesse fatto questa fine
– e pensi che aveva cominciato qui proprio come lei, ai servizi sociali, sa, si ricorda che dopo il primo scandalo fu condannato? ecco, quella prima sentenza scoperchiò il pentolone di tutto quello che è successo dopo, e lui preferì continuare a stare qui, quasi di nascosto, piuttosto che affrontare l’inferno che gli era precipitato addosso
– non ci posso credere
– sì invece, ormai era già anziano e non sarebbe comunque finito in carcere, ma preferì lo stesso non farsi più vedere, si figuri, una persona così influente e conosciuta come lui… eppure era stato abbandonato da tutti, gli aveva voltato le spalle anche il suo amato cagnolino, e allora ha chiesto di poter restare qui, e man mano si è ambientato, ovviamente come ospite
– incredibile
– sì, ma non ha perso la sua verve, purtroppo
– infatti notavo come intrattiene amabilmente i suoi compagni
– già, barzellette spinte e sparate da bar, ma è pur sempre un uomo di spettacolo, ci ha sempre saputo fare, ora però il suo pubblico da qualche anno è limitato agli ospiti della struttura, non lo viene a trovare più nessuno
– che brutta fine
– già, chi se lo sarebbe mai aspettato
– povero berlusconi
– già