provo a scrivere due parole su questa guerra
per me, per fare chiarezza
all’inizio non pensavo potesse scoppiare veramente, lo confesso, pensavo fosse un bluff, una minaccia propagandistica, un fare la voce forte da parte del decadente regime russo cui non si sarebbe mai dato seguito, ero convinto si sarebbe risolto in breve in una ridistribuzione dei pesi e delle influenze nell’area ex sovietica, una manovra fondamentalmente locale assecondata dai grandi della terra e messa sotto i riflettori dai media europei anche per diversificare un’informazione oramai covid-centrica da troppo tempo
quando invece poi è iniziata, i primi giorni, le prime bombe, ero smarrito, non riuscivo a crederci, una guerra vera in europa nel ventunesimo secolo, e nella mia naiveté mi sono lasciato travolgere dai sempiterni soloni padroni di twitter, località mitologica dove al primo colpo sparato già tutti avevano pubblicato la propria opinione inconfutabile, già tutti conoscevano i veri motivi dell’invasione, già sapevano indicare i veri colpevoli, già ricostruivano, già retroscenizzavano, già j’accusavano
e io che invece facevo, e in una certa misura faccio ancora, fatica a trovare un senso a tutto
credo sia una questione di carattere, io mi nutro di dubbi prima ancora che di certezze, preferisco chi si fa domande rispetto a chi ha già una risposta a tutto
c’era chi parlava di una prevedibile reazione della russia all’accerchiamento operato dalla nato negli ultimi anni, quasi a voler giustificare l’aggressione, il tipico modo di pensare tossico di chi attribuisce a una minigonna troppo corta l’orrore di uno stupro
(anche se, detto tra noi, in tutta onestà, nel terzo millennio qual è il senso di un organizzazione militare come la nato? come si fa a non identificarla unicamente come una espressione dell’imperialismo statunitense in europa?)
c’era chi parlava di un putin ormai fuori di testa, che scatena guerre, che bombarda civili, che sventola arsenali nucleari in faccia al mondo intero perché ormai ha perso completamente la bussola, è circondato da yes-men che non osano contraddirlo, e ormai si aggira per le stanze del cremlino come hitler nel bunker nel famoso film
c’era chi parlava di revanscismo sovietico, chi zarista, chi di guerra lampo, chi di guerra infinita, chi zelensky arrenditi e fatti da parte, chi no fly zone, chi aiutiamo i profughi ma solo quelli bianchi come noi, chi boicottiamo dostoevskij perché è allineato agli oligarchi
e contemporaneamente in televisione bombardamenti di immagini e di commenti, dirette su dirette, tutto spacciato per vero e urgente e determinante
come si fa a raccapezzarsi, in tutto questo bailamme?
provo a fare un passo indietro, a riassumere quello che ho capito
parto da quello che ho sempre pensato di putin, cioè che non è una brava persona
che è la stessa cosa che penso di orban, di erdogan, di bin salman, di tutti i capi regime e i dittatori che diamo per scontati e con i quali, incidentalmente, noi italiani facciamo affari d’oro
putin non è una brava persona, decenni di violenze, di guerre e di soprusi lo testimoniano in maniera lampante, eppure non è pazzo, non è un napoleone con lo scolapasta in testa e un codazzo di oligarchi che lo assecondano, dipingerlo così è una scorciatoia per chi non vuole ragionare sui motivi appena meno superficiali che sottendono alle sue decisioni e alle sue azioni
l’invasione di uno stato sovrano non è una novità per lui (la georgia, la crimea, la siria..), e l’ucraina non ha mai dato modo di pensare che potesse resistere ad un attacco coordinato da parte della fu armata rossa – figuriamoci, il suo capo di stato è un ex comico!
per putin, razionalmente, invadere l’ucraina e riportarla alla base nel giro di pochi giorni avrebbe avuto il doppio vantaggio di annichilire le velleità indipendentiste ed europeiste degli stati oltre cortina, ristabilendo un dominio de facto sulle dinamiche politiche ed economiche dell’ex urss, e contemporaneamente di mostrarsi come attore navigato ma ancora con qualcosa da dire sui palcoscenici internazionali
una scelta razionale, dunque, ma anche un all-in, perché il successo di questa operazione si basava su tanti fattori che dovevano verificarsi contemporaneamente: la sostanziale nullità della resistenza ucraina a fronte della superiorità militare massiccia dell’esercito russo; la mancata risposta dell’occidente, per il timore di ritorsioni sul gas e di invasioni di milioni di profughi; il sostegno acritico del popolo russo e filo-russo obnubilato da una propaganda di regime sempre più pervasiva e inevitabile
non è andata del tutto così, anzi, ci sta andando sempre meno
l’ucraina sta resistendo con una determinazione e un coraggio davvero commoventi, il resto dell’occidente ha reagito infliggendo sanzioni con effetti devastanti sulla tenuta dell’economia russa, e le proteste contro la guerra che si ripetono in tante città sono represse con sempre più violenza e arbitrarietà da parte delle guardie del regime
insomma è una scommessa che putin sta perdendo, e di brutto, condannando il suo paese alla rovina economica e all’isolamento internazionale, riducendolo a un ruolo di sostanziale insignificanza
come possa putin uscirne senza compromettersi non saprei proprio
d’altra parte non mi sembra che in russia abbondino figure di oppositori con lo spessore tale da presentarsi come alternativa ad un sistema di potere che è in piedi da oltre vent’anni e che ormai ha permeato ogni aspetto della macchina amministrativa e politica del paese
potrebbe insomma prefigurarsi un periodo di grandissima instabilità, ai limiti della guerra civile, in uno stato immenso e con un arsenale atomico inimmaginabile
non certo uno scenario auspicabile, ma io di queste cose, come scrivevo prima, capisco ben poco
so solo che prima finisce questa guerra, meglio è per tutti
la foto che ho messo non è per caso
è porto pino, in sardegna, ci sono stato proprio l’altro giorno
è in tutta sincerità uno dei posti più spettacolari che abbia mai visto
e in fondo a sinistra nella foto c’è la zona militare dove si esercitano le truppe nato, dove periodicamente si fanno brillare ordigni, si lanciano finti attacchi, di mettono in scena le prove generali di una guerra
è sostanzialmente una piattaforma americana nel cuore dell’europa, e in particolare nel nostro paese
e mi fa rabbia in maniera speciale, non solo perché detesto il fatto che il mio paese sia uno dei più allineati, uno di quelli che più ha delegato le proprie scelte all’alleato al padrone americano
mi fa rabbia anche perché io per lavoro mi occupo di rinnovabili, e benché tutti si stiano riempiendo la bocca da mesi di autarchia energetica e transizione ecologica, be’ la cruda realtà è che mi scontro quotidianamente con enti locali che remano contro, perché l’impatto visivo, perché il consumo del suolo, perché la tradizione agricola
eppure qualche bombardamento di prova su una delle coste più belle del mondo è assolutamente digeribile, quotidiano, da panorama